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Riarmo dell’abisso “Cul di Bove”

Questa grotta si trova in Matese, vicino all’abisso Pozzo della Neve e raggiunge una profondità di -906m per uno sviluppo di quasi quattro chilometri. L’esplorazione della grotta è avvenuta nell’anno 1989 con l’avvicendarsi di diversi gruppi speleo romani.

Riarmo dell’abisso “Cul di Bove”

22 Gennaio 2019

di Paolo Turrini e Roberto Pettirossi

Nei mesi di luglio e agosto 2018 è stato effettuato il riarmo di un tratto di grotta all’abisso “Cul di Bove”. Questa grotta si trova in Matese, vicino all’abisso Pozzo della Neve e raggiunge una profondità di -906m per uno sviluppo di quasi quattro chilometri. L’esplorazione della grotta è avvenuta nell’anno 1989 con l’avvicendarsi di diversi gruppi speleo romani, il gruppo speleologico del Matese, speleologi da tutta Italia e dallo Speleoklub Dabrowa Gornicza (Polonia). Da quel momento, le esplorazioni si sono fermate, le ricerche di nuove prosecuzioni sia in profondità che lungo il meandro sub-orizzontale della grotta non hanno portato ai risultati sperati. Solo nel 2014, viene scoperta una nuova importante diramazione. A quota -225m, nel punto in cui la grotta verticalizza con una impressionante serie di pozzi fino a sprofondare a -906m, un traverso sospeso nel vuoto, porta alla scoperta di un meandro che corre per più di un chilometro fino ad arrivare ad un nuovo sifone alla profondità di -365m. Il meandro, la Via Maestra, è la prosecuzione lineare di quello noto di CdB, le esplorazioni sono tuttora in corso coordinate da Paolo Turrini e Roberto Pettirossi.

Durante le esplorazioni della Via Maestra, ci si rende conto che le condizioni delle corde e degli ancoraggi lungo tutta la grotta sono ormai vecchi e fatiscenti a tal punto da divenire estremamente pericolosi. Già nel 2016 in prossimità dell’ultimo salto al Grande Scivolo si spezza la corda mentre uno speleo del Gruppo Speleologico Natura Esplora stava scendendo, fortunatamente il malcapitato riporta solo lievi ferite e riesce ad uscire aiutato dai compagni. Nel 2017, P. Turrini, mentre scendeva un pozzo nei pressi del primo lago, vola e cade di alcuni metri a causa del distacco di un ancoraggio (tassello arrugginito), fortunatamente rimane appeso tenuto da un ancoraggio a monte. Questi eventi ci hanno chiaramente convinto che la grotta necessita di una “messa in sicurezza” cambiando corde e ancoraggi ormai obsoleti. Il progetto prevede il riarmo di un tratto di grotta che va dall’ingresso a tutto il meandro sub-orizzontale fino al p27 a quota -225m dove parte il Traversone che permette l’accesso alla Via Maestra di Cul di Bove.

Il riarmo di CdB è un’operazione impegnativa, i pozzi da riarmare sono una ventina e ci sono anche numerosi traversi da sistemare (Tabella 1). Si decide di lasciare il canapone sui traversi del primo e secondo lago di CdB anche perché è ormai da tempo che si è optato l’utilizzo della muta stagna per attraversare i grandi laghi di CdB evitando così i faticosi traversi e accorciando i tempi di percorrenza della grotta.

Per permettere questa operazione di riarmo di CdB sarà necessario coinvolgere un numero nutrito di speleologi e cosa ancor più ardua, trovare un finanziamento per l’acquisto dei materiali.

Mandiamo una richiesta di aiuto alla lista mail del “Collettivo Speleo Matese”. Incredibilmente, gli amici rispondono prontamente e numerosi. Grazie alla Banca Capasso, al GSCAI Napoli e all’ ASMolisani, alla Ditta Pellegrini Consolidamenti e al Consorzio Servizi Verticali, il progetto prende forma!

Nel fine settimana del 21-22 luglio 2018 iniziamo le operazioni di riarmo della grotta di Cul di Bove. Sabato mattina ci ritroviamo tutti a Piscina Cul di Bove e prepariamo i materiali (Foto 1).

Tramite un finanziamento della Banca Capasso, si sono potuti acquistare 80 attacchi (fix inox da 8mm, placchette inox e maglie rapide di acciaio) e 2 mute stagne in trilaminato. Questo abbigliamento, verrà impiegato per le attività a CdB, si è rivelato infatti indispensabile per esplorare le zone remote dei nuovi rami di CdB, anch’essi, come il tratto orizzontale, caratterizzati dalla presenza di numerosi tratti allagati.

Le corde sono state fornite dalla Ditta Pellegrini con 200m di corda da 10mm, dal Consorzio Servizi Verticali di Giuseppe Casu con 100m di corda da 10mm e 200m da 10mm dal Gruppo Speleo CAI di Napoli. L’ ASMolisani si occuperà del riarmo di alcuni traversi lungo il meandro di CdB mentre Filippo Felici ci ha donato 100m di corde per le esplorazioni lungo il meandro della Via Maestra.

Ci dividiamo in due squadre, la prima con l’obiettivo di riarmare dal Grande scivolo al Primo Lago, mentre la seconda squadra, con speleo muniti di muta stagna, con il compito di riarmare dal Primo al Terzo lago (Figura 2).

Alla Prima squadra hanno partecipato speleo del GSMatese: Ivan Martino, Salvatore Capasso, Antonio Orsini e speleo del GSCAI Napoli: Umberto del Vecchio, Ferdinando Valentino, Pierpaolo Fiorito, Norma Damiano, Federico di Vita, Luca Cozzolino, Lucia Testa, Gianluca Minieri, Enrico Fondacaro, Alfredo Massimilla e Luca Rossi. A questi si è aggiunto anche lo speleo autonomo Fabio Sciaudone.

Alla seconda squadra hanno partecipato gli speleo autonomi: Paolo Turrini, Luigi Russo, Roberto Pettirossi, Mirko Baldoni, Paolo Forconi, Federico Casadei e Luca Befani.

Entriamo in grotta alle 13 di sabato, ogni squadra ha con sé 200m di corda e 40 attacchi. In circa 15 ore di punta lavoriamo coordinati e con grande impegno da parte di tutti (Fig. 3). Alla fine delle operazioni sono avanzati un centinaio di metri di corda e 7 attacchi. Non riusciamo però ad effettuare tutto il lavoro prefissato, occorrerà organizzare una seconda punta. Rimangono da riarmare il P5 sotto il pozzo d’ingresso, il P6 con la sbarra, cambiare la corda al Grande Scivolo, il P8 d’ingresso al Primo lago, compito delegato a Leonardo Colavita e ai suoi dell’Associazione Speleologi Molisani. Mentre un P6 dopo il Secondo lago, il P20 che accede al Terzo lago e il grande traverso che permette l’accesso alla Via Maestra, sarà compito delegato ad una squadra coordinata da Roberto Pettirossi.

L’11-12 agosto, Roberto Pettirossi, Ivan Martino, Francesco Spinelli, Luca Grilli e Lorenzo Scialo entrano in grotta con 40 attacchi completi, fix inox placchette e maglie rapide oltre a 50 metri di corda. Nella grotta sono state lasciate altre tre matasse una 20, una 30 e una 50. Viene riarmato il P20 prima del terzo lago e poi ci si dedica al traversone che porta ai rami esplorativi. Li vengono cambiati tutti gli attacchi perché ancora in alluminio e posizionata una corda da 10mm, con 30 metri di vuoto fa piacere avere tra le mani qualcosa di più consistente…

In conclusione, sono state necessarie due uscite per portare a compimento le operazioni di riarmo alla grotta di Cul di Bove che si sono svolte con grande impegno da parte di tutti.

Bisogna dire che si è fatto proprio un gran bel lavoro! Complimenti a tutti! Ora Cul di Bove è più sicura e finalmente si potrà tornare ad esplorare!

Allegati

Tabella 1: Scheda d’armo del tratto di grotta da riarmare

Nota d’armo della grotta riarmata

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